"Doppia vita" è il ritratto inquietante e affascinante di Anthony John, celebre attore di teatro la cui bravura è pari solo alla sua fragilità interiore. Ogni sera, sul palcoscenico, Anthony incanta il pubblico con interpretazioni potenti e viscerali ma una volta calato il sipario, fatica a liberarsi dei personaggi che interpreta, trascinandosi dietro le loro emozioni, ossessioni e tormenti.

Fuori dalla scena, la sua esistenza è un continuo oscillare tra finzione e realtà. Lacerato dalla recente separazione con Britta, prima attrice della compagnia e suo grande amore, Anthony non riesce a spegnere i sentimenti che prova per lei. L’occasione per un nuovo slancio arriva quando il suo agente gli propone di interpretare Otello nella tragedia di Shakespeare. Lo spettacolo è un trionfo: 300 repliche, teatri sempre pieni, il pubblico in visibilio.

Ma il successo ha un lato oscuro: ogni sera, Anthony si cala così profondamente nei panni del Moro di Venezia da iniziare a rivivere realmente le sue emozioni più cupe. Sul palco Britta è Desdemona e l’antica ferita d’amore si trasforma in una gelosia feroce che comincia a fargli perdere il controllo, sopraffatto dal desiderio, reale e spaventoso, di vendetta.

Nel tentativo di fuggire da se stesso, vaga per la città durante una notte insonne e incontra Pat, una giovane donna gentile, con cui cerca rifugio e normalità ma la confusione tra ciò che è vero e ciò che è recitato si fa sempre più pericolosa, trascinando Anthony in una spirale senza via d’uscita.

Curiosità:

Ronald Colman, oltre all'Oscar, vinse anche il Golden Globe come miglior attore in un film drammatico, grazie alla sua intensa interpretazione di Anthony John.
Le riprese si sono svolte principalmente a New York City, incluso l'Empire Theatre, tra il 1° giugno e il 1° settembre 1947.
George Cukor, noto per la sua attenzione alle attrici e ai personaggi femminili, si cimenta in un film che esplora la psiche maschile, con un focus sulla difficoltà di distinguere tra vita reale e recitazione.

Un dramma psicologico intenso e avvolgente, dove il confine tra arte e vita si dissolve fino a diventare fatale.

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